STORIA La nostra STORIA

Sistema museale Aritzo
Ecomuseo della montagna sarda o del Gennargentu
Il Sistema Museale del Comune di Aritzo, che prende il nome di Ecomuseo della Montagna Sarda o del Gennargentu è una compagine museale (che documenta una realtà agro-silvo-pastorale a dominanza pastorale), attivo dagli inizi degli anni Ottanta, che è venuta accrescendo sensibilmente i suoi materiali, precisando i contenuti, nonché i suoi standard espositivi e scientifici, e che ha visto vieppiù svilupparsi sul campo un patrimonio di competenze professionali e di saperi di ineccepibile valore e di comprovata consistenza. Questo istituto attraverso una reimpostazione concettuale e scientifica radicale, si è trasformato da museo inteso in senso tradizionale, quale contenitore di oggetti, in museo diffuso sul territorio, realtà policentrica e luogo di saperi, pienamente inserito nel contesto socioculturale locale, divenendo Museo della Comunità, realtà molteplice in cui la gente del luogo si riconosce e si rispecchia, per usare una espressione di Riviere, fonda o meglio ancora rafforza e restaura la propria identità culturale. In breve, il Museo è diventato una istituzione che concentra e riassume in sé, tutta una condizione esperienziale e un sentire diffusi. Esso è ad un tempo creazione e creatore della comunità, meccanismo regolatore di un equilibrio complessivo, che si fonda in buona misura su l'atto di donazione di oggetti e dei saperi ad esso connessi. In tal senso il Museo ha incorporato non solo in senso fisico ma empaticamente il consistente patrimonio etnografico locale, facendone materia ancora vissuta pur nella decontestualizzazione culturale che ogni traslazione di reperti in un museo immancabilmente comporta. E' infatti di tutta evidenza, la distanza culturale che corre tra un'operazione “fredda e asettica” di prelievo di oggetti sia pure dall'ambito socioculturale ad essi coerente, e un atto di trasferimento condiviso e apprezzato, capace di attese e aspirazioni individuali e collettive. Più precisamente il Museo ha visto la luce nel 1980 per iniziativa di una associazione di volontariato, che ha raccolto i reperti, oltre quattromila, mettendoli da subito a disposizione del Comune, che ha istituito con la dicitura “Museo della vita e delle tradizioni popolari” un museo civico. Il nome è stato mutato agli inizi del 2000, in “Ecomuseo della montagna sarda o del Gennargentu”, contestualmente alla reimpostazione scientifica e concettuale cui tale istituto è stato sottoposto.
Descrizione
Sistema museale Aritzo
L’ Ecomuseo della Montagna Sarda è un Museo etnografico sui generis, in cui sono presenti i reperti relativi alla cultura materiale delle comunità del centro Sardegna, e in particolare del versante occidentale del Gennargentu.
I contenuti ineriscono essenzialmente al settore ergologico, con riferimento anche ai processi di acquisizione, trasformazione distribuzione e consumo nel tempo e nello spazio delle risorse alimentari, al settore del vestiario tradizionale, nonché al settore religioso e religioso-magico.
Le tematizzazioni abbracciano il pastoralismo, l’attività dell’incetta e trasformazione della neve e del ghiaccio con produzione di carapigna; per finire con le modalità di camuffamento proprie del ciclo di carnevale, che documenta le tipologie locali delle maschere ferine del centro Sardegna. I materiali specifici e distintivi dell’Ecomuseo della Montagna Sarda, rispetto alla cultura materiale delle comunità circonvicine (che sotto altri aspetti sono assimilabili alla comunità aritzese), sono rappresentati da una serie di elementi:
I PERCORSI ECOMUSEALI
-“Su camminu ‘e is Niargios” la via della neve, che dal paese conduce alla montagna Funtana Cugnada, in cui sono ubicate a circa 1500 mt. di quota una decina di neviere.
-I tratturi della transumanza quali “Su camminu ‘e is Brabaxinos” che attraversa il bosco di noccioli e castagni a valle del paese;
-“Su camminu de is taxios de truba” detto anche “s’ilmontadolgiu”;
-I sentieri del bosco percorsi da raccoglitrici di nocciole e castagne.

PRIGIONE “SA BOVIDA”
Manufatto in pietre e legno risalente al XVI sec. ubicate nel centro storico dell’agglomerato urbano e in ultimo le neviere, manufatti interrati, in pietra, ubicate sulla montagna Funtana Cugnada a circa 1500 mt. di quota raggiungibile attraverso un sentiero percorribile a piedi in circa due ore.
